In un’epoca in cui la medicina tende sempre più a ridurre la cura alla prescrizione di farmaci d’avanguardia, parlare di nutrizione clinica può sembrare un ritorno al passato. Eppure, nell’ambito della malattia renale cronica è fondamentale riaffermare il ruolo dell’alimentazione come parte integrante delle cure. È quanto si propone di fare Renienutrizione.it, un sito d’informazione e formazione scientifica che si rivolge agli specialisti nefrologi così come alle altre figure sanitarie che dovrebbero entrare in un team multidisciplinare, come dietisti, dietologi e infermieri.
“Viviamo in un’epoca in cui il progresso farmacologico è stato un enorme, ma occorre ribadire che i farmaci, per quanto efficaci, non sono miracolosi: sono strumenti in più, non soluzioni totali”, ha esordito Giorgina Piccoli, direttrice del Servizio di Nefrologia del Centro Ospedaliero di Le Mans, e Professore Associato Università di Angers, Francia. “Tutto questo riflette la concezione tuttora dominante della medicina moderna, troppo spesso orientata all’intervento in fase avanzata, troppo legata alla prescrizione rapida, troppo povera di tempo dedicato al paziente.”
“Oltre a ciò, è in atto un’evidente tendenza a limitare il ruolo degli specialisti a quando le malattie sono molto avanzate, quando non si può più fare niente o molto poco. La nutrizione è in controtendenza con tutto questo”, ha aggiunto Piccoli.
Una piattaforma per spiegare, formare, motivare
Renienutrizione.it nasce proprio da questo bisogno di tornare a una forma di medicina “lenta”, un approccio che richiede attenzione, dialogo, tempo, ma che può restituire al paziente un ruolo attivo nel proprio percorso di cura. Nel progettare una nuova offerta formativa e informativa bisogna però essere pratici e offrire strumenti che siano facilmente fruibili: il sito si rivolge sia a pazienti sia a operatori sanitari, proponendo contenuti brevi e mirati, pensati per chi ha poco tempo da dedicare ai contenuti online.
"Siamo tutti di fretta: è per questo che ai nostri clinici di riferimento chiediamo di condensare in pochi minuti una parte del loro sapere", ribadisce Piccoli
Nascono così le "pillole": brevi video e testi informativi, ironicamente battezzati così per offrire un’alternativa non farmacologica alle "pillole" tradizionali.
“Siamo tormentati da troppe pillole? E allora ne facciamo anche noi, ma pillole diverse: non farmacologiche, ma culturali. Sono piccoli frammenti di sapere che fanno anche sorridere”, commenta Piccoli.
A queste si affianca una seconda sezione del sito, più discorsiva, che ha lo scopo di mostrare come spiegare la nutrizione a un paziente, come motivare, come costruire l’alleanza terapeutica. È una forma di educazione che si rivolge sia ai pazienti sia ai giovani medici, spesso poco formati su questi aspetti comunicativi.
Nutrizione e rene: una relazione essenziale
Il principio alla base dell’intervento nutrizionale nella malattia renale è tanto semplice quanto potente: “ciò che entra deve uscire”. Quando la funzione renale si riduce, diventa fondamentale regolare l’introduzione di sostanze che i reni non riescono più a eliminare efficacemente.
“Se l’organo deputato alla depurazione dell’organismo funziona poco, costringerlo a un superlavoro non fa che peggiorare la salute del soggetto: è un principio fondamentale quanto intuitivo: non si tratta quindi di proporre diete restrittive, ma di educare a una nutrizione di buon senso”, ha argomentato Piccoli. “L’obiettivo è quello di promuovere l’assunzione di cibi non processati, l’equilibrio tra i macronutrienti, l’attenzione alla qualità degli alimenti: è una dieta che coincide, in larga parte, con quella che sarebbe raccomandabile a tutti, anche a chi non ha patologie renali; bisogna poi normalizzare l’apporto di sale, e di solito anche ridurre quello delle proteine animali.”
Il nodo dell’aderenza: una questione di tempo e cultura
Uno dei problemi più ricorrenti in nefrologia è la scarsa aderenza alla dieta da parte dei pazienti. Ma per la professoressa Piccoli il vero problema non sono i pazienti. È il tempo – o meglio, la mancanza di tempo – che impedisce un dialogo educativo efficace.
“Prescrivere un nuovo farmaco richiede due minuti, mentre spiegare bene, far capire e motivare un essere umano con le sue abitudini richiede tempo e voglia, dedizione. insomma” ha ribadito Piccoli. In questo senso, il sito è anche un tentativo di attenuare almeno un poco le carenze strutturali del sistema sanitario. In Italia, così come in altri Paesi europei, i dietisti sono troppo pochi, e i medici, spesso, non si sentono formati per occuparsi di nutrizione. “Un dietista è più bravo di un nefrologo, ma se non c’è… facciamolo noi”, ha concluso Piccoli. “Le prime diete per la malattia renale le hanno scritte i nefrologi. È un sapere che abbiamo il dovere di difendere e trasmettere.”
Un progetto in evoluzione
Renienutrizione.it è una risorsa in crescita, pensata per durare e aggiornarsi nel tempo. I contenuti sono costruiti su evidenze scientifiche, ma presentati in un linguaggio accessibile, per facilitare la comprensione e l'applicazione concreta nella vita quotidiana. “A cinque minuti alla volta possiamo andare avanti per anni a parlare di nutrizione,” ha concluso con un sorriso la professoressa. “E se lo facciamo in modo un po’ più leggero, non facciamo di certo male a nessuno.”
L’articolo e tutti i materiali sono disponibili sulla piattaforma Renienutrizione
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